Esame posturale

Se in:

Contrariamente a quanto accade per la Kinesiologia applicata, che analizza durante i suoi test la muscolatura volontaria, durante un analisi posturale, basandoci su quanto detto finora, noi andremo ad analizzare i muscoli posturali, notarne la loro tonicità e palparne la loro consistenza, senza che siano effettuati atti volontari, visto che questa disciplina pone tutta la sua attenzione al sistema involontario.

Andremo così a descrivere tutti quei test che ci aiuteranno a formulare una corretta diagnosi, a prescindere da quanto strumentario diagnostico avremo a disposizione.

Test della marcia di Fukuda:
si tratta di un test molto spettacolare e altamente ripetibile, che ci da la possibilità di comprendere se il paziente da noi analizzato avrà una evidente contrattura in un lato del suo corpo. Il paziente dovrà marciare sul posto alzando le ginocchia, e rimanendo ad occhi chiusi, per un tempo di 50 secondi dovrà essere da noi scandito a voce alta.

Dovremo, quindi, immaginare disegnato sul pavimento un grande goniometro il cui punto 0° sarà situato in quel piano passante saggittalmente al corpo; ci troveremo di fronte a dati che andranno da 0° a +90° per un paziente con alterato tono posturale destro; da 0° a -90° in un paziente che avrà il lato sinistro contratto con conseguente alterazione del tono posturale. Si pone +/- 30° come limite oltre il quale ci si trova di fronte ad una alterazione del tono posturale.

Test di Romberg:
questo è un easame che viene usato da molti anni in campo neurologico e ci da punti di riferimento su eventuali squilibri posturali in avanti, in dietro e lateralmente del paziente preso in esame. Quest’ultimo dovrà rimanere in piedi, con i talloni ben accostati, le punte leggermente divaricate, chiudere gli occhi e tendere le braccia fino a formare con il corpo un angolo di 90°. A questo punto il soggetto in esame potrà muoversi inconscientemente, e se vi sarà un problema di carattere posturale, la direzione di questo movimento sarà quella del lato, per così dire, squilibrato.

Rifacendoci a studi francesi di neurofisiologia, possiamo dire che generalmente le persone il cui primo movimento in questo test è anteriore, sono soggetti in una depressione posturale che si manifesterà caratterialmente con senso di apatia e svogliatezza.

Coloro i quali si muoveranno posteriormente saranno soggetti in iperattività fisica, poco affidabili, e con un bilancio di fine giornata quasi nullo Dobbiamo sottolineare l’importanza di analizzare esclusivamente il primo movimento, ed inoltre, per avere un buon punto di riferimento, noi dovremo rimanere immobili di fronte al paziente durante l’esame.

Manovra di De Cyon:
un test da utilizzarsi quasi esclusivamente di caso di dubbi sulla situazione neurologica del paziente in esame. Consiste nel far unire la punta degli indici delle due mani ad occhi chiusi, rimanendo seduti e con le braccia tese.

Manovra di convergenza oculare:
ci permette di testare il tono dei muscoli retti esterni degli occhi, e si esegue dirigendosi lentamente con una penna, da una distanza iniziale di circa 80 cm, verso il naso all’altezza della linea bipupillare.

Test di rotazione della testa:
in questo test il paziente dovrà sedere con le braccia abbandonate, ed il terapeuta rimanergli di spalle, porre le braccia ben tese e tenere saldamente le sue spalle nella regione compresa tra la zona scapolare e quella cervicale laterale.

A questo punto il paziente dovrà girarsi ruotando la testa prima in un lato e poi nell’altro, ed interrogato su eventuali differenze tra i due lati. Fisiologicamente, durante questi movimenti rotazionali, qualsiasi soggetto dovrà essere in grado di vedere completamente la faccia del terapeuta; altrimenti ci troveremo di fronte ad un paziente con movimento deficente in un lato o nell’altro, ma mai in entrambi contemporaneamante, mostrandoci facilmente da quale lato vi sia spasmo e conseguentemente alterazione posturale.

Manovra di Bassani:
viene anche detto “test dei pollici montanti” e si tratta un esame dinamico. Il paziente in piedi sarà privo di maglietta, e ci rimarrà di spalle; noi dovremo appoggiare i nostri pollici simmetricamente e lateralmente ai processi spinosi, zona L3, con una forza di circa 50 gr, e fargli abbassare prima la testa e qualche istante dopo anche il busto fino a toccare con le mani la punta dei piedi. Andremo a testare quanto e come potranno stirarsi i muscoli gran dorsali, responsabili dei movimenti di estensione e rotazione dell’omero andando quindi a tirare il braccio in basso e indietro.

Nella parte finale dell’esame, i pollici, fisiologicamente, dovranno trovarsi nella stessa posizione simmetrica di partenza, altrimenti il pollice rimasto più in alto dimostrerà un evidente spasmo nella parte omolaterale.

Manovra di convergenza podalica:
si va a testare i muscoli rotatori esterni degli arti inferiori, facendogli compiere una rotazione interna progressiva simmetrica grazie ad una presa al livello malleolare.

Frequentemente potremo osservare che la punta del piede sinistro sarà più internamente rispetto al destro; la spiegazione è semplice e basta pensare alla zona dove generalmente cadrà il gomitolo stabilometrico, ovvero nel quarto quadrante del piano cartesiano raffigurante l’esame stabilometrico.

Questo test dovrà essere eseguito a paziente sdraiato sul lettino e per standardizzare questo esame si usa avere una presa malleolare ben precisa: si fa scivolare la mano dall’esterno all’interno sotto il tendine d’Achille, e una volta arrivati con la punta delle dita al malleolo si stringe intensamente usando così durante il movimento anche la nostra parte alta del palmo della mano.

Analisi posturale globale:
logicamente questo test dovrebbe essere il primo in ordine di tempo ad essere effettuato, ma è stato messo a questo punto per avere già una cognizione degli standard analitici in campo posturologico.

Da una analisi ortostatica del nostro paziente, che per facilità potrà essere posizionato dietro un posturoscopio, ovvero uno strumento fatto a griglia, delle dimensioni di un uomo su cui sarà tracciata la verticale di Barrè o linea saggittale, e privo del normale vestiario, potremo già avere una importante idea sulle sue condizioni costituzionali e morfologiche.

Essenzialmente, durante la sua analisi, andremo a distinguere un’esame frontale, uno antero-posteriore ed uno posteriore. Anteriormente avremo come punto di riferimento le spine iliache superiori, la parte interna clavicolare e l’asse bipupillare.

Antero-posteriormente, in assenza del posturoscopio, dovremo utilizzare un filo a piombo per analizzare se questo paziente tenderà in avanti o in dietro, quindi, se sarà un morfotipo tendente alla 2° o 3° classe. Posteriormente avremo come repere le spine iliache posteriori, la punta delle scapole e la zona sub-occipitale.