La bioestetica dentale

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Negli ultimi cinque anni, il concetto che maggiormente ricorre nel mondo odontoiatrico è quello legato all’estetica dentale. Ciò è senz’altro indice di nuove esigenze da parte dei pazienti, sempre più sensibili nei confronti di questo discorso. La ricerca è quindi sempre più indirizzata verso materiali che possano soddisfare tali esigenze, sia in campo odontoiatrico che odontotecnico. Infatti, soprattutto nel campo del restauro dei settori latero-posteriori, si è avuto un enorme incremento nell’utilizzo di materiali estetici. I motivi sono molteplici e senz’altro molto ha influito l’ultimo episodio della guerra alle amalgame, che ha portato molto probabilmente alla morte definitiva di tali restauri. A causa dei limiti intrinseci dei materiali estetici per restauri diretti, hanno assunto ruolo di primaria importanza, oltre alle già collaudate ceramiche integrali, le resine composite per restauri indiretti.

Cos’è la bioestetica dentale?

La grande richiesta di estetica non deve però fuorviare gli operatori dai concetti biologici guida di forma e funzione: ecco perchè è proprio il concetto di bioestetica che deve guidare la ricerca per lo sviluppo di nuovi materiali che tendano ad invecchiare nella cavità orale. La finalità dei restauri odontoiatrici sarà quella di rendere reversibili i segni estetici e funzionali dovuti a patologie e/o invecchiamento. Il dente naturale ha il suo centro di forza e sviluppo nelle giunzione smalto dentinale, il che lo rende strutturalmente eccezionale e complesso, ma impossibile da imitare. I materiali oggi a nostra disposizione, anche se in possesso di caratteristiche chimico-fisiche eccellenti, sono ancora molto lontani dal modello naturale.

Per quanto riguarda i materiali compositi, lo sviluppo dell’ultima generazione di composti definiti nano-ibridi ha dato sicuramente dei plus. La miscela di diverse matrici ed il caricamento con riempitivi di grandezza compresa tra 0,01 e 2,0 microns hanno portato soprattutto al miglioramento dei valori che riguardano la resistenza alla flessione, il modulo elastico e la resistenza all’abrasione. Ci troviamo, quindi, davanti a dei materiali con caratteristiche fisiche quasi sovrapponibili alla dentina naturale. Se a ciò associamo l’ottima resistenza all’abrasione presentata da questi materiali, testata sia in vitro che in vivo, capiamo che ci troviamo di fronte a degli ottimi candidati per l’esecuzione di restauri conservativi indiretti dei settori latero-posteriori.

Ben altro discorso meritano le più collaudate ceramiche. La novità più rilevante riguarda la grandezza dei cristalli di leucite, che mediamente si attestava intorno ai 30 microns e che oggi troviamo tra i 2 ed i 3 microns. Questa modifica strutturale ha portato ad un miglioramento del limite elastico, rendendo i restauri anteriori con faccette strumento sia estetico che di rinforzo, come ampiamente dimostrato nel libro ”Restauri adesivi in ceramica dei denti anteriori” da Pascal Magne e Urs Belser. Non possiamo a questo punto tralasciare alcune considerazioni sui sistemi di adesione. È in questa, a detta di molti, la nota dolente dell’intero sistema. I sistemi di adesione subiscono di continuo trasformazioni e migliorie da parte delle case produttrici, e questo li rende difficilmente catalogabili sotto il punto di vista della longevità clinica. Sta di fatto che un corretto protocollo ed una conoscenza approfondita sia del materiale stesso che dei vari procedimenti da attuare porteranno sicuramente a dei risultati soddisfacenti.

Materiali con caratteristiche così ottimizzate ci hanno spinto negli ultimi anni ad affrontare e modificare i nostri piani di trattamento. Siamo così passati dalla realizzazione delle classiche faccette ed intarsi estetici ad un campo di applicazione a più ampio raggio, perni radicolari, richmond, Maryland bridge, ponti convenzionali o su intarsi tutto rigorosamente metal-free.

Conclusioni
L’odontoiatria nel corso degli ultimi dieci anni ha posto e raggiunto tre obiettivi: implantologia, adesione, estetica. Bioestetica, o come piace definirla ai nostri colleghi d’oltre alpe, biomimetica è il nuovo orizzonte.

Bibliografia

1. C.R.A. October 1988: “Filled polymer crowns” (182 gear status report)
2. F. Mangani, A. Pujia, S. Barboncini: “ Restauri indiretti dei settori latero posteriori” (Dentista moderno ottobre 1988)
3. Marik Giurgola: “Compositi da laboratorio” (Pagine d’album 1988)
4. A. Algesia, Farina: “Restauri protesici,matal free applicazioni cliniche” (Dental Cadmos n°10,1999)
5. K. Gnadlinger: “Funzione ed estetica con Conquest Sculture-fibrekor e ceramica presso fusa OPC” (Quintess.Odontotecnica 18,6,425-435) (2001) 
6. D.J. Armstrong, D. Kimball: “Fiber-reinforced polymerceramic fixed partial dentures in the esthetic zone:a clinical and laboratory case perspective” (Quintessence of dental technology 1999 vol. 2)
7. P. Magne, U. Belser: “Restauri adesivi in ceramica dei denti anteriori” (Quintessenza Edizioni 2003)
8. F. Simionato: “Tecnologie dei materiali dentali” (Piccin 2° edizione 1978)